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Trapianto capelli HST per casi Norwood 4 e 4a

 

recovery of the donor area

Quando si è classificati secondo la scala di Norwood come Nordwood 4 o Nordwood 4a lo stato di alopecia è assai avanzato, con particolare riguardo alla parte superiore del cranio che ha fortemente arretrato la linea frontale, fino a disegnare una u assai ben pronunciata, mentre la zona del vertex è delimitata, separatamente, a parte. Esiste ancora un ponte tra la destra e la parte sinistra della capigliatura.

Entrambe le situazioni necessitano di interventi multipli per un restauro soddisfacente. In particolare, nel caso di Nordwood 4 occorre un innesto in zona ricevente frontale tra le 1400 e le 1600 unità follicolari, mentre per quello che riguarda il vertex si ipotizza un bisogno di circa 1200 a 1400 unità follicolari. Nel caso più evoluto di una Norwood 4a si può ipotizzare che occorrano tra i due e i tre interventi portanti ciascuno su 1400 o 1600 innesti.

Interventi multipli di trapianto compromettono la zona donatrice

In entrambi i casi il fabbisogno di unità follicolari da zona donatrice è tale da mettere in pericolo la sua densità ed apparenza. Certamente tanti pazienti in queste condizioni Nordwood 4 e Nordwood 4a pensano di poter restaurare la propria capigliatura con un trapianto FUE, sia per una questione economica che per il fatto di non avere ancora la conoscenza di tecniche alternative. Ebbene un trapianto FUE, per ben fatto che esso sia, presenta degli inconvenienti.

Conto tenuto della quantità importante di innesti necessari per il restauro capillare, la zona donatrice risulterà estremamente sollecitata. Visto che ad ogni prelievo in zona donatrice corrisponderà un ammanco, su tale ammanco si creerà una piccola cicatrice. Di queste piccole cicatrici se ne formeranno un numero elevato. Due le conseguenze: una quantità di ammanchi notevole, quindi una rarefazione della zona donatrice, ed un accumulo di piccole cicatrici che insieme porteranno spesso ad una fibrosi del cuoio capelluto con relativo indurimento e quindi difficoltà per una seconda estrazione.

La tecnica HST di trapianto di cellule staminali pilifere supera le difficoltà delle altre tecniche

Entra quindi in campo una nuova tecnica, nuova per l’Italia, ma praticata da alcuni anni nelle migliori cliniche dell’Europa del nord, con al suo attivo oltre 15 000 casi trattati Parliamo della tecnica HST o Hair Stemcell Transplantation, conosciuta anche sotto un altro acronimo più lungo, quello di PL FUT cioè Partial Longitudinal Follicular Unit Transplantation. Questa tecnica è stata brevettata dal medico e ricercatore olandese dr. phd Conradus Chosal Gho. Gho dimostro con esperienze condotte a livello universitario sia in vitro che in vivo, che solo una porzione di unità follicolare è sufficiente per rigenerare la stessa secondo le sue dimensioni originarie.

Come funziona la tecnica HST di trapianto di unità follicolari parziali

Più semplicemente, se si preleva una porzione di unità follicolare attraverso l’utilizzo di strumenti di prelievo della taglia di 0,6 millimetri, le cellule staminali pilifere contenute nella unità follicolare integra vengono a suddividersi in due parti, quella che resta in zona donatrice perché non prelevata, e quella prelevata che va ad essere trapiantata in zona ricevente. Il prelievo previo passaggio in una soluzione medicamentosa brevettata che gli conferisce l’energia necessaria alla sua sopravvivenza, una volta innestato in zona ricevente nel giro di alcuni mesi crescerà e ricostituirà esattamente un clone della unità follicolare di provenienza. Allo stesso tempo la porzione di unità follicolare rimasta non prelevata in zona donatrice, anch’essa si rigenererà riprendendo le dimensioni originarie precedenti all’estrazione parziale.

Con la tecnica HST si moltiplicano le unità follicolari

In pratica si verifica un raddoppio dell’unità follicolare in questione che da un lato, riprendendo nel tempo la sua forma originale, va a ricostituire la zona donatrice e dall’altro, con la restaurazione della porzione prelevata in zona donatrice viene a ripopolarla con unità follicolari di tipo insensibile al diidrotestosterone, e che quindi non saranno più soggette a caduta. La tecnica HST dunque, praticata nelle Hair Science Clinics come quella di Milano, presenta delle caratteristiche che sono incomparabili rispetto a quelle fornite dalle altre tecniche e che anche nel caso di pazienti classificati Nordwood 4 o Nordwood 4a permette un restauro molto naturale, privo di cicatrici vista l’entità estremamente minuscola dei prelievi, del 33 per cento inferiori al più piccolo innesto praticato oggi in FUE.

Con HST è possibile trapiantare più volte unità follicolari senza impoverire la zona donatrice

Le altre prestazioni molto interessanti per i pazienti che si sottopongono scegliendo la tecnica HST sono quelle di rigenerare la zona donatrice permettendo quindi eventualmente molteplici interventi se necessari senza mai impoverire la zona donatrice. L’innesto in zona ricevente, grazie alle dimensioni ancora più minuscole dei punch utilizzati, 0,5 millimetri, permettono una ricostruzione capillare assai densa e naturale, dovuta alla minima distanza tra gli innesti, permessa dalla loro dimensione tanto ridotta.

Decorso post-operatorio leggero

Non trascurabile poi è il fatto che interventi HST non sono per nulla fastidiosi nel decorso post operatorio: il paziente esce dalla sala di intervento senza neanche bisogno di una fasciatura, le minuscole incisioni si rimarginano nel giro di due o tre giorni e l’aspetto generale del paziente non sarà tale da costringerlo all’isolamento, ma nel giro di un giorno o due esso potrà riprendere la sua attività con un capo apparentemente rasato ma non costellato di ferite.

Ecco come i pazienti anche se classificati in Norwood Nordwood 4 o Nordwood 4a possono affrontare nei tempi e nelle fasi definite un trapianto di unità follicolari estremamente gratificante, con moltiplicazione delle unità follicolari, rigenerazione della zona donatrice e un risultato di estrema naturalezza.

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